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NurofenTeen Limone Febbre e Dolori Ragazzi 12 Compresse Orodispersibili Nurofen - 1
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NurofenTeen Limone Febbre e Dolori Ragazzi 12 Compresse Orodispersibili

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NurofenTeen è il rimedio affidabile per giovani che affrontano mal di testa, mal di denti, dolori mestruali e febbre.

Formato: 12 compresse

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Dettagli di NurofenTeen Limone Febbre e Dolori Ragazzi 12 Compresse Orodispersibili

NurofenTeen - Soluzione Rapida per i Giovani

NurofenTeen, specificatamente formulato per gli adolescenti, offre un sollievo efficace e mirato per sintomi dolorosi lievi o moderati. Questo prodotto è ideale per gestire con sicurezza e rapidità situazioni comuni come il mal di testa, il mal di denti, i dolori mestruali e la febbre, assicurando ai giovani di ritornare alle loro attività quotidiane con minor disagio.

Indicazioni Terapeutiche

NurofenTeen è indicato per trattare sintomi dolorosi lievi o moderati come mal di testa, mal di denti, dolori mestruali e febbre negli adolescenti.

Per Chi È NurofenTeen?

Questo prodotto è ideale per adolescenti che necessitano di un sollievo efficace da disturbi dolorosi comuni.

Destinazione D'uso

NurofenTeen è destinato a fornire un sollievo rapido e mirato per gli adolescenti che soffrono di mal di testa, mal di denti, dolori mestruali o febbre.

Principi attivi

Ogni compressa orodispersibile contiene 200 mg di ibuprofene.

Eccipienti

Etilcellulosa, biossido di silicio precipitato, ipromellosa, mannitolo, aspartame (E951), croscarmellosa sodica, magnesio stearato, aroma (limone).

Caratteristiche

Ingredienti Chiave:

  • Ibuprofene (200 mg): Principale ingrediente attivo, efficace per ridurre dolore, febbre e infiammazione.
  • Etilcellulosa: Agente stabilizzante e filmogeno che contribuisce alla struttura della compressa.
  • Biossido di Silicio Precipitato: Usato come agente antiagglomerante per mantenere la qualità della compressa.
  • Ipromellosa: Polimero utilizzato come agente di rivestimento e legante.
  • Mannitolo: Dolcificante che migliora il sapore della compressa.
  • Aspartame (E951): Edulcorante sintetico che fornisce dolcezza senza aumentare il contenuto calorico.
  • Croscarmellosa Sodica: Usato come superdisintegrante per aiutare la compressa a dissolversi rapidamente.
  • Magnesio Stearato: Lubrificante che aiuta nella produzione delle compresse.
  • Aroma (Limone): Migliora il gusto, rendendo la compressa più gradevole da assumere.

Impatto di Ogni Ingrediente:

  • L'Ibuprofene agisce inibendo la produzione di prostaglandine, riducendo così dolore e infiammazione.
  • L'Etilcellulosa e l'Ipromellosa assicurano la coesione e il rilascio controllato del farmaco.
  • Il Biossido di Silicio garantisce la conservazione ottimale delle compresse.
  • Il Mannitolo e l'Aspartame migliorano il sapore senza aumentare l'apporto calorico.
  • La Croscarmellosa Sodica facilita una rapida dissoluzione e l'assorbimento del farmaco.
  • Il Magnesio Stearato ottimizza il processo di produzione delle compresse.

Benefici Complessivi:

La combinazione di questi ingredienti rende NurofenTeen un trattamento efficace contro il dolore e la febbre, con una formulazione che assicura una rapida assunzione e un piacevole gusto. L'integrazione degli eccipienti garantisce la qualità, la stabilità e l'efficacia del farmaco, mentre l'aroma di limone rende la sua assunzione più gradevole, specialmente per i giovani.

Posologia

  • Uso orale Posizionare una compressa sulla lingua, lasciarla sciogliere, quindi deglutire. Non è necessaria l’assunzione di acqua.
  • Non somministrare ai bambini di età inferiore ai 12 anni. 
  • Adulti e adolescenti oltre i 12 anni: dose iniziale da 200 a 400 mg di ibuprofene, quindi, se necessario, da 200 a 400 mg di ibuprofene ogni 4–6 ore.
  • Non superare la dose di 1200 mg di ibuprofene nelle 24 ore.
  • Anziani: Non sono richieste modificazioni dello schema posologico.
  • Si consiglia ai pazienti con problemi di sensibilità gastrica di assumere NUROFENTEEN a stomaco pieno.
  • Solo per un breve periodo di trattamento.
  • Nel caso l’uso del medicinale sia necessario per più di 3 giorni negli adolescenti o nel caso di peggioramento della sintomatologia, deve essere consultato il medico.
  • Nel caso l’uso del medicinale sia necessario per più di 3 giorni in caso di febbre o per più di 4 giorni nel trattamento del dolore, o nel caso di peggioramento dei sintomi si deve consigliare al paziente di consultare un medico.
  • Gli effetti indesiderati possono essere minimizzati con l’uso della dose minima efficace per la durata di trattamento più breve possibile necessaria per controllare i sintomi.

Gravidanza e allattamento

  • Gravidanza L’inibizione della sintesi delle prostaglandine può colpire negativamente la gestante e/o lo sviluppo embrionale/fetale. Dati ottenuti da studi epidemiologici suggeriscono un aumento del rischio di aborto, malformazione cardiaca e gastroschisi dopo uso di un inibitore della sintesi di prostaglandine durante il primo periodo di gravidanza. Il rischio assoluto di malformazioni cardiache aumentava da meno dell’1% fino a circa l’1,5%. Il rischio potrebbe aumentare con la dose e la durata della terapia. Negli animali, la somministrazione di inibitori della sintesi di prostaglandine ha mostrato di provocare un aumento della perdita di pre e post–impianto e di mortalità embrio–fetale. Inoltre, è stato riportato un aumento di incidenza di varie malformazioni, inclusa quella cardiovascolare, in animali a cui erano stati somministrati inibitori di sintesi delle prostaglandine durante il periodo organogenetico. Studi sugli animali hanno mostrato tossicità sull’apparato riproduttivo. Durante il primo e il secondo trimestre di gravidanza, l’ibuprofene non deve essere somministrato se non chiaramente necessario. Se usato da donne in procinto di concepimento o durante il primo e secondo trimestre di gravidanza, la dose e la durata del trattamento devono essere rispettivamente la più bassa e il più breve possibile. Durante il terzo trimestre di gravidanza, tutti gli inibitori della sintesi delle prostaglandine possono esporre il feto a: – tossicità cardiopolmonare (con chiusura prematura del dotto arterioso e ipertensione polmonare); – disfunzione renale che può progredire a insufficienza renale con oligoidroamniosi; la madre e il neonato, alla fine della gravidanza, a: – possibile prolungamento del tempo di sanguinamento, un effetto antiaggregante che può verificarsi anche a dosi molto basse; – inibizione delle contrazioni uterine risultante in travaglio ritardato o prolungato. Conseguentemente, l’ibuprofene è controindicato durante il terzo trimestre di gravidanza.
  • Allattamento L’ibuprofene e i suoi metaboliti possono passare in basse concentrazioni nel latte materno. Nessun effetto pericoloso per i neonati è ad oggi conosciuto, quindi per trattamenti brevi con la dose raccomandata per dolore e febbre, l’interruzione dell’allattamento non è generalmente necessaria. Fertilità Ci sono dimostrazioni che i medicinali che inibiscono la sintesi di ciclossigenasi/prostaglandine possono causare una compromissione della fertilità femminile per effetto sull’ovulazione. Questo effetto è reversibile dopo interruzione del trattamento.

Conservazione

Conservare ad una temperatura non superiore ai 25° C.

Avvertenze

Le avvertenze per l'uso di Nurofenteen, che contiene ibuprofene, includono la raccomandazione di usare la più bassa dose efficace per il minor tempo possibile per ridurre i rischi gastrointestinali e cardiovascolari. I pazienti anziani hanno un rischio maggiore di reazioni avverse, specialmente emorragie e perforazioni gastrointestinali. È necessaria cautela in pazienti con lupus eritematoso sistemico, disturbi del metabolismo della porfirina, patologie gastrointestinali, ipertensione, insufficienza cardiaca, problemi renali o epatici, post chirurgia maggiore, allergie respiratorie, e quelli che hanno già avuto reazioni allergiche. Si deve evitare l'uso concomitante di altri FANS.
Gli effetti cardiovascolari possono includere ritenzione idrica, ipertensione, ed edema, con un leggero aumento del rischio di eventi arterotrombotici a dosi elevate e in trattamenti a lungo termine. I rischi gastrointestinali includono sanguinamento, ulcerazione e perforazione, che possono essere fatali, soprattutto negli anziani e in pazienti con storia di ulcera. Si raccomanda l'uso di agenti protettori in pazienti a rischio. In caso di sanguinamento o ulcerazione, il trattamento con Nurofenteen deve essere interrotto.
Gravi reazioni cutanee possono verificarsi e il trattamento deve essere interrotto alla prima comparsa di reazioni cutanee o di ipersensibilità. In pazienti con asma, allergie o patologie respiratorie, può insorgere broncospasmo. Reazioni di ipersensibilità acute come shock anafilattico sono rare, ma richiedono l'interruzione immediata del trattamento. L'ibuprofene può influenzare la funzionalità delle piastrine, quindi è necessario monitorare i pazienti con disturbi della coagulazione. In caso di somministrazione prolungata, è necessario un controllo regolare dei valori epatici, della funzione renale e della conta ematica. L'uso prolungato di analgesici può peggiorare la cefalea, e i FANS possono mascherare i sintomi di infezioni e febbre. L'uso abituale di analgesici può portare a lesioni renali permanenti. Negli adolescenti disidratati, c'è il rischio di alterazione della funzionalità renale. Il medicinale contiene aspartame, pericoloso per persone con fenilchetonuria.

Interazioni

L'ibuprofene deve essere evitato in combinazione con alcuni farmaci per il rischio di interazioni e reazioni avverse. Non va usato con l'acido acetilsalicilico (aspirina) a meno che non sia consigliato dal medico, poiché può aumentare il rischio di reazioni avverse. Evitare l'uso concomitante di ibuprofene con altri FANS o inibitori selettivi della ciclossigenasi-2, per il rischio aumentato di eventi avversi.

L'ibuprofene deve essere usato con cautela se assunto insieme a:

  • Corticosteroidi, per il rischio aumentato di ulcerazione o sanguinamento gastrointestinale.
  • Anticoagulanti come il warfarin, poiché i FANS possono intensificarne gli effetti.
  • Fenitoina, poiché l'uso concomitante può aumentare i livelli sierici di entrambi i farmaci.
  • Agenti antiaggreganti e inibitori selettivi del reuptake della serotonina (SSRIs), per l'aumento del rischio di emorragia gastrointestinale.
  • Antipertensivi (ACE inibitori, beta-bloccanti, antagonisti dell’angiotensina II) e diuretici, poiché i FANS possono ridurre l'efficacia di questi farmaci e compromettere ulteriormente la funzione renale, specialmente nei pazienti anziani o con funzione renale già compromessa.
  • Glicosidi cardiaci come la digossina, poiché i FANS possono aumentarne i livelli sierici.
  • Ciclosporina, per il rischio aumentato di nefrotossicità.
  • Litio, con la possibilità di un aumento dei livelli di litio nel sangue.
  • Probenecid e sulfinpirazone, che possono ritardare l'escrezione dell'ibuprofene.
  • Diuretici risparmiatori di potassio, che possono causare iperpotassiemia.
  • Metotrexato, con un possibile aumento dei livelli plasmatici e degli effetti tossici.
  • Zidovudina, poiché può aumentare il rischio di emartrosi ed ematoma in pazienti emofilici sieropositivi per l’HIV.
  • Sulfaniluree, con possibile interazione e necessità di monitorare i livelli ematici di glucosio.
  • Tacrolimus, per il rischio aumentato di nefrotossicità.
  • Antibiotici chinolonici, con un possibile aumento del rischio di convulsioni.
  • Inibitori del CYP2C9, che possono aumentare l’esposizione all’ibuprofene e richiedere una riduzione della dose del farmaco.

Effetti indesiderati

Gli effetti indesiderati dell'ibuprofene, osservati anche in terapie prolungate ad alte dosi, variano da reazioni comuni a molto rare. Le reazioni più frequenti sono disturbi gastrointestinali e possono includere ulcere, sanguinamento o perforazione, specialmente negli anziani. La frequenza delle reazioni varia da molto comuni a non note, e sono dose-dipendenti. Altri effetti indesiderati includono reazioni cutanee, disturbi psichiatrici, reazioni di ipersensibilità, disturbi del sistema nervoso, oculari e dell'udito, problemi cardiaci, vascolari, epatobiliari, renali e urinari. Inoltre, l'uso di ibuprofene, specialmente a dosi elevate e per trattamenti a lungo termine, può aumentare il rischio di eventi trombotici come infarto o ictus. In caso di reazioni di ipersensibilità, è necessario interrompere immediatamente l'uso del farmaco e consultare un medico.

Sovradosaggio

Nei bambini l’assunzione di più di 400 mg/kg può causare sintomi. Negli adulti l’effetto di risposta alla dose non e chiaramente definito nel sovradosaggio. L’emivita nel sovradosaggio è di 1,5–3 ore. Sintomi La maggior parte dei pazienti che hanno ingerito quantitativi clinicamente rilevanti di FANS presentano esclusivamente nausea, vomito, dolori addominali e più raramente diarrea. Si possono inoltre manifestare tinnito, cefalea ed emorragie gastrointestinali. In casi di avvelenamento più gravi si osserva tossicità a carico del sistema nervoso centrale che si manifesta con vertigini, capogiro, sonnolenza, occasionalmente eccitazione e disorientamento o coma. Occasionalmente i pazienti sviluppano convulsioni. In casi gravi di avvelenamento si può verificare acidosi metabolica e un prolungamento del tempo di protrombina/ INR, probabilmente causato da un’interferenza con l’azione dei fattori della coagulazione presenti in circolo. Si possono presentare inoltre insufficienza renale acuta, danno epatico, ipotensione, depressione respiratoria e cianosi. In soggetti asmatici si può avere esacerbazione dell’asma. Nistagmo, visione offuscata, e raramente ipotensione, e perdita di coscienza. Trattamento Non è disponibile un antidoto specifico. Il trattamento deve essere sintomatico e di supporto e deve includere il mantenimento della pervietà delle vie aeree e il monitoraggio della funzionalità cardiaca e dei segni vitali fino alla stabilizzazione del paziente. La somministrazione orale di carbone attivo o lo svuotamento gastrico vanno presi in considerazione se il paziente si presenta entro 1 ora dall’ingestione di un quantitativo potenzialmente tossico. Se l’ibuprofene è già stato assorbito si devono somministrare sostanze alcaline per favorire l’escrezione nelle urine dell’ibuprofene acido Le convulsioni devono essere trattate con diazepam o lorazepam per via endovenosa se sono frequenti o prolungate. Somministrare broncodilatatori in caso di asma. Per maggiori informazioni contattare il locale centro veleni.

Controindicazioni

  • Pazienti con ipersensibilità all’ibuprofene o verso uno qualsiasi degli altri eccipienti.
  • Pazienti che hanno mostrato in precedenza reazioni di ipersensibilità (es. broncospasmo, asma, riniti, angioedema od orticaria) conseguenti all’impiego di acido acetilsalicilico, ibuprofene o di altri farmaci antinfiammatori non steroidei.
  • Pazienti con grave insufficienza epatica, grave insufficienza renale o grave insufficienza cardiaca.
  • Pazienti con storia di sanguinamento o perforazione gastrointestinale, correlati a precedenti terapie con FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei).
  • Pazienti con ricorrenti ulcere peptiche/emorragie in atto o pregresse (due o più distinti episodi di provata ulcerazione o sanguinamento).
  • Pazienti con emorragia cerebrovascolare o altri tipi di emorragia attiva Pazienti con disturbi non chiariti della emopoiesi.
  • Pazienti con grave disidratazione (causata da vomito, diarrea o insufficiente assunzione di liquidi).
  • Durante l’ultimo trimestre di gravidanza.

Formato

12 Compresse orodispersibili.

035677145

Scheda tecnica

Formulazione
Compresse

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